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Immagine del redattoreGiulia Bonizzi

5 MOTIVI PER VEDERE "TAYLOR MADE: CHI HA LA STOFFA" SU DISCOVERY +

Aggiornamento: 4 ott 2023

Il 28 giugno è uscito su Discovery + "Tailor Made: chi ha la stoffa?" il talent interamente dedicato ai sarti amatoriali con sfide di cucito tecniche, creative e su misura condotto da Tommaso Zorzi, Cristina Tardito ed Elide Morelli. A settembre sarà disponibile in chiaro anche su Real Time TV. L'ho guardato per voi e vi dico i miei 5 motivi per cui non dovreste perdervelo se siete appassionati di cucito e sartoria!

POST SPOILER FREE!

 

IL PROGRAMMA

I GIUDICI E IL CAST
Il programma si tratta della prima rivisitazione italiana di un format già avviato a gonfie vele in alti paesi europei. A condurre vi è Tommaso Zorzi, accompagnato da due giudici di grandissimo successo.

Cristina Tardito (in foto a destra)
Imprenditrice del settore della moda torinese, nonché figlia del fondatore della Tamigi di Moncalieri. Esordisce lanciando il suo marchio Kristina Ti, partendo dai costumi da bagno e dalla lingerie ed arrivando a proporre una completa linea di abbigliamento e di accessori. Una giudice che personalmente non ho amato molto, ma che senza ombra di dubbio ha sicuramente un occhio allenato al riconoscimento di quelli che posso essere i prodotti sartoriali più innovativi e adatti al mondo della moda.

Elide Morelli (in foto a sinistra)

Beh su di lei che dire? Per più di cinquant'anni è stata storica sarta della maison Valentino partecipando alla realizzazione di alcuni dei più iconici abiti d'alta moda. Indubbiamente è la nonna che tutte le aspiranti sartine vorrebbero: non c'è cucitura che le sfugge ed è un pozzo di sapere sia per tecnica che per estro creativo. Unica pecca? La giusta severità che però è sempre altamente motivata e riflesso di chi ha sempre preso la sartoria come una cosa seria! Io alla fine del talent: #bimbadielide.

I CONCORRENTI

All'interno del talent si sono sfidati 10 sarti amatoriali.

Un cast sicuramente molto vario per età, per stili e per background: passiamo da coloro che hanno evidenti e solide basi teoriche rispetto alla confezione di abiti a chi si mostra totalmente impacciato anche solo nella fase di posizionamento e taglio di un cartamodello. La tecnica sartoriale è stata sicuramente premiata maggiormente nelle sfide finali dove i giudizi sono andati inasprendosi e vi è stata un'attenzione crescente rispetto ai dettagli. I miei preferiti? Senza dubbio Lia, piccola sarta vietnamita sempre in corsa contro il tempo ed Elisa, una splendida persona indubbiamente con molte carenze a livello tecnico, ma con una storia di cucito che sento molto vicina alla mia. Vincitore/vincitrice (senza spoiler) sicuramente meritatissimo per questa prima stagione.

LE PROVE

Tre sono le prove racchiuse in ciascuna delle sei puntate dalla durata di 1 h circa ciascuna.

  1. Prova tecnica nel corso della quale i partecipanti partendo da cartamodello ed istruzioni, hanno dovuto cucire alcuni degli abiti più iconici: dalla classica gonna a ruota, al tubino nero e concludendo con un complicatissimo corsetto allacciato.

  2. Prova di upcycling nella quale i concorrenti hanno dovuto re-inventare la destinazione d'uso di alcuni vecchi indumenti o realizzare abiti partendo da tessuti di scarto come parapendii usurati o le tende d'arredamento.

  3. Prova su misura, la prova creativa per eccellenza in cui gli aspiranti sarti si sono cimentati nella confezione di un abito su misura seguendo un filone tematico proposto dai giudici.

I concorrenti hanno avuto a loro disposizione un'intera merceria (sponsor tessuti: Giesse Scampoli), sogno di ogni sarta!. Unica pecca? Le macchine da cucire in dotazione. Nulla togliere allo storico marchio Singer, ma i modelli di lineare e tagliacuci forniti (ed in palio per il vincitore) sono di poco superiori alla qualità posseduta da tutte noi casalinghe. Mi aspettavo qualcosa di più!


5 MOTIVI PER CUI NON PUOI PERDERTELO SE SEI APPASSIONATA/O DI CUCITO

RIPERCORRE CON LEGGEREZZA LA STORIA DELLA MODA

In un mestiere antico tramandato di generazione in generazione come quello del sarto è importante conoscere il dietro le quinte di ogni modello iconico per poterlo rimodernare senza stravolgerne le caratteristiche principali.

All'interno del talent, prima di procedere alla vera e propria fase di realizzazione del capo, le due giudici lo inquadrano all'interno della cornice storica in cui è nato ripercorrendo con leggerezza le tappe fondamentali della storia della moda. Ho trovato questa idea molto piacevole sia per arricchire il proprio bagaglio culturale che per apprezzare ancora di più i passi da gigante che ha fatto il fashion design nel corso di questi anni. Da perfetta ignorante in materia ho trovato questo breve excursus estremamente educativo.

INSEGNA A DARE IMPORTANZA AL PROGETTO DI UPCYCLING

Piacevole sorpresa è stata la scelta della produzione di dedicare un'intera prova all'upcycling, tema più che mai attuale in un mondo in cui la fast fashion sta prendendo il sopravvento.

E' stato divertente provare ad immaginare insieme ai concorrenti a cosa avrei potuto realizzare io con quei materiali, il che non ha fatto altro che stimolare continuamente la mia creatività. Ospite del talent è stato Simon Cracker, stilista di Cesena ( in foto a destra)

che ha fatto del dell'arte del riciclo il filo conduttore delle sue intere collezioni! Vi lascio il link per poter visionare alcune delle sue creazioni che sono a dir poco d'ispirazione.


LA PROVA TECNICA E' UN VERO POZZO DI SAPERE

La prova tecnica, soprattutto per chi ha minima dimestichezza in campo, rappresenta una vera e propria mini-lezione di cucito. La sapiente grafica sovrimpressione scelta dai produttori permette di condividere con lo spettatore le parti del cartamodello che i concorrenti dovranno tagliare ed assemblare, oltre che a fornire le principali indicazioni per la realizzazione. Se vi siete mai cimentati con Burda scommetto che apprezzerete molto queste animazioni. Ma non è finita qui! Dopo la realizzazione del capo la sapiente Elide Morelli critica e giudica ogni manufatto dimostrando quanto la sua esperienza ed il suo occhio sartoriale le permettano di riconoscere senza difficoltà una perfetta confezione da una scadente. Tenete con voi un blocco note e carta e penna!


IMPLEMENTA IL PROPRIO GLOSSARIO SARTORIALE

La grafica ancora una volta guida lo spettatore verso una definizione condivisa di alcuni termini più frequentemente utilizzati all'interno dell'ambito sartoriale. Partiamo dai più semplici come il concetto di "dritto filo", utile per posizionare i cartamodelli sulla stoffa, ai più complessi come i nomi di alcune particolari tipologie di tessuto e/o taglio. Ho trovato questa scelta utile sia per chi vuole guardare il programma e non conosce minimamente il mondo del cucito, sia per chi vi si sta approcciando per la prima volta. Il consiglio è quello di crearsi un piccolo glossario cartaceo da tener sempre a portata di mano insieme ai manuali di istruzioni di lineare e tagliacuci!


INSEGNA AD AUTOVALUTARE LE PROPRIE CAPACITA' E RISORSE

Se i cartamodelli proposti non sono a prima vista così complicati, la vera difficoltà per i concorrenti è il tempo concesso (2-3 h per la prova pratica, 90 minuti per la prova di upcycling e 5-6 ore per quella su misura). Questo ostacolo puntata dopo puntata insegna ai sarti alcune lezioni importanti: pianificare e sfruttare al meglio ogni minuto a disposizione, gestire le risorse necessarie, ma soprattutto autovalutare le propria capacità e destrezza nei confronti delle varie tipologie di tessuto. Questa banale lezione è in realtà una delle più importanti da mettere in pratica nei progetti casalinghi per non spendere inutilmente tempo e denaro. Un esempio? Scegliere tessuti fermi può esser la chiave anti-frustrazione per quei progetti che lo consentono e che posseggono passaggi tecnici complicati e lunghi! Come afferma Cristina in una delle puntate la raffinatezza di una capo non è data dal tessuto utilizzato, ma dalla qualità del lavoro!

PUNTI CRITICI: COSA NON MI E' PIACIUTO

Piccole critiche non mancano. Come ogni talent che si rispetti è sapientemente infarcito di storie strappalacrime, portate in primo piano dal conduttore Zorzi che sa esattamente come cavalcare l'onda. Ammetto che la dose emotional svolge alla perfezione lo scopo per il quale è stata creata, ovvero far affezionare lo spettatore al concorrente, ma a volte risulta davvero troppo "forzata" e melensa per i miei gusti. Ho molto apprezzato Lia che con il suo "no tempo" ha liquidato tutte le interviste riportando la concentrazione del pubblico e quella della sala verso la competizione in corso.

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